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KL 06 Errori di equalizzazione

Traduzione USA – ITA con autorizzazione diretta da Kim Lajoie, produttore, mixing engineer e articolista per PROREC (http://www.prorec.com)
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Kim Lajoie. In questo episodio parliamo degli errori di equalizzazione. Cosa non fare.

E, molto più importante: cosa fare e come diventare anche più produttivi.

L’EQ è uno degli strumenti più importanti a disposizione dei tecnici del suono. Se usata correttamente, gli strumenti suonano benissimo e sembrano convivere senza sforzo. Se usata male, il mix sembra un campo di battaglia in cui ogni strumento cerca di annullare gli altri nello sforzo di farsi sentire.

Una delle difficoltà dell’equalizzazione è che è relativa: il settaggio giusto dipende interamente dal suono originario e dal mix. Non esistono impostazioni specifiche che funzionino in ogni circostanza.

La chiave per utilizzare con successo l’EQ è imparare ad ascoltare il suono non trattato e identificare quali modifiche del “tono” ne potranno enfatizzare le caratteristiche migliori perché possa funzionare bene nel mix.


Questi gli errori classici di equalizzazione:

1)  “Più” di tutto, ovunque.
Nei tecnici con poca esperienza c’è la tendenza ad applicare interventi drastici di EQ e soprattutto grandi enfatizzazioni (boost). In genere l’idea è questa: “Questo suono mi piace un sacco, ma ha bisogno di più bassi: aumentiamone le basse frequenze. Ora va bene, ma non è abbastanza chiaro. Aumentiamo gli alti. Ora suona benissimo, ma è un po’ vuoto in mezzo: boostiamo i medi”... e così via. Ovviamente nell’agire così si rovina molto il suono di partenza e in più si perde anche un sacco di tempo.

Soluzione: Provate ad ascoltare il suono e a decidere cosa fare prima di applicare qualsiasi EQ. Se regolando l’EQ in una certa banda di intervento si creano o si scoprono problemi in altre zone, pensateci due volte prima di creare reazioni a catena: talvolta basta semplicemente meno equalizzazione, magari in posti diversi rispetto al vostro primo pensiero... mettete spesso in bypass e assicuratevi di migliorare davvero il suono.




2)  Troppi bassi.
Spesso questo è il sintomo di problemi nel vostro sistema di monitoraggio, di solito i vostri monitori, la vostra stanza, o entrambi. Oppure non sono i monitor che non funzionano: semplicemente vi piace un suono con troppe basse frequenze. Come risolvere questo aspetto dipende da quanto tendete ad esagerare con le basse.

Se esagerate solo un po’ nelle basse, e questo vi aiuta ad avere più espressività nei vostri lavori, potreste pensare addirittura di non cambiare nulla.

Soluzione: Assicuratevi semplicemente che le basse frequenze vengano regolate nel momento in cui i vostri mix vengono passati alla fase di mastering.


Il caso è diverso se invece i mix sono molto sbilanciati nella risposta delle basse frequenze. Di questo ve ne accorgete quando i vostri mix suonano strani e molto diversamente su vari sistemi di ascolto.

Soluzione: Portate in studio dei brani commerciali di riferimento e impiegate un po’ di tempo comparandoli con i vostri mix. Se il vostro sistema complessivo di ascolti fa degli strani scherzi, investite in monitor più accurati e in bass trap, o in una progettazione acustica professionale, senza improvvisare. Se state missando in una stanza davvero piccola, considerate di spostarvi in una stanza più grande. Se queste soluzioni non sembrano praticabili, investite in una buona cuffia da usare contemporaneamente ai vostri monitor.




3)  Non compensare il vostro sistema di ascolto.
Questa situazione è un’estensione del problema precedente. Dovete tenere conto che avrete per forza la tendenza a missare con una curva tonale che è per forza dipendente dal vostro sistema complessivo di monitoraggio. Per esempio, se nel sistema avete poche bassi, tenderete a missare con tante basse frequenze. Se il sistema è solido nelle medie, tenderete a missare con le medie indietro. Se gli ascolti hanno tante alte, tenderete a missare scuro.

Soluzione: Siate ben consci di tutto questo. Sforzatevi di compensare la vostra tendenza naturale. Usate più di una coppia di ascolti o cuffie per effettuare comparazioni. Ascoltate molta musica nel genere di riferimento per imparare come suona nel vostro studio.

Soluzione bonus: Se missare con una leggera colorazione tonale complessiva vi aiuta a lavorare meglio, fatelo. Nel mio caso spesso misso deliberatamente un po’ scuro poiché questo mi aiuta a focalizzare meglio gli interventi e mi consente di lavorare più a lungo. Ricordatevi in ogni caso di compensare nella fase di mastering.



4)  Usare settaggi o frequenze specifiche solo perché qualcuno ve lo ha detto. C’è qualcosa da capire? Le tabelle delle frequenze sono semplici guide, punti di partenza. Il consiglio miracoloso è semplicemente l’opinione di un’altra persona, che magari si sta basando su un sistema di ascolti che non conoscete neppure. Quei preset di EQ sono semplici dimostrazioni di quello che quello specifico equalizzatore può fare. Nessun’altro conosce il vostro mix come voi stessi. Nessun’altro conosce l’artista e la direzione creativa come voi stessi.

Soluzione: Usate le vostre orecchie. Ho detto tutto.



5)  Equalizzare anche quando non serve.
Questo è un aspetto di cui non si parla mai abbastanza. Nell’entusiasmo di capire come usare l’EQ, è facilissimo dimenticare di chiedersi se l’equalizzatore serve davvero. Qualche volta una parte siede perfettamente nel mix senza bisogno di alcun aggiustamento tonale.

Soluzione: Bloccate il metodo “prendi un equalizzatore e inizia a spippolare”. Fermatevi un secondo e chiedetevi: Qui ho davvero bisogno di un EQ? Cosa serve davvero a questa traccia?


Tenete a mente questi trucchi, o meglio, magari stampateli e attaccateli a una parete del vostro studio e iniziate a pensare all’EQ in maniera più critica. L’equalizzazione è uno strumento fantastico per il tecnico del suono, in qualsiasi genere: non abbiate paura di abusarne. Qualche volta una traccia necessita di un intervento drastico. Semplicemente tenete presente che ci vuole molta disciplina per imparare a usare l’EQ solo quando serve. Tutto qui.

Se aveste dei dubbi ... continuate a leggere qui sotto "Perso in Spippolandia" per capirne di pił




KL 06 Perso in Spippolandia

Vi siete mai sentiti persi in una città che si chiama Spippolandia?

Non vi trovate mai in studio con l’idea di andare avanti in un progetto, e invece buttate via un sacco di tempo a provare e programmare suoni o regolare continuamente dei parametri? Forse avete usato le ultime tre ore per ascoltare centinaia di campioni di cassa prima di rendervi conto che il primo campione, che avevate scelto tre ore fa, era il migliore? Forse volevate aggiungere una parte di synth, ma poi vi siete persi nel giocare con centinaia di parametri? Forse volevate mettere un compressore, ma non sapevate quale scegliere tra i 30 e passa plug-in nella vostra cartella “Compressori” ?

Avete in mano troppa roba. Avete troppe opzioni. Ad un certo punto del vostro percorso avete deciso che il modo migliore per migliorare la vostra musica fosse procurarvi più roba... questo non è sempre la sola e unica soluzione!

Esistono due soluzioni: usare meno cose ed essere più disciplinati.

Diventerete più produttivi (e avrete un risultato di maggiore qualità) se ridurrete gli attrezzi a vostra disposizione al minimo indispensabile. Mille casse tra cui scegliere sono inutili se ne bastano dieci vincenti. Decine e decine di plug-in vi rallenteranno molto poiché perderete ore nello scorrere tra i preset. Analizzate criticamente il vostro hardware o software, i plug-in, le librerie di campioni, i preset, eccetera. Chiedetevi se vi serve davvero così tanta roba.

Più opzioni avete a disposizione, più tempo impiegherete a valutare queste opzioni. E meno tempo spenderete a fare davvero musica.

Anche la disciplina è importante. Anche nelle operazioni più semplici, è facile perdersi in esperimenti. Fate in modo di muovervi. Se non riuscite a trovare il suono giusto in dieci minuti, è probabile che il suono sia completamente da ridefinire.

Se trovate un suono che è “praticamente giusto”, ci sono buone probabilità di non trovare nulla di meglio a prescindere dal tempo a disposizione per cercare. Se riuscite ad arrivare al 90% del suono che avete in testa, state andando bene. Il restante 10% si può ottenere con il processing e il mix.

Muovetevi, passate ad altro. Non impantanatevi. La perfezione è il nemico della completezza. Cominciate ad accettare il fatto che “buono a sufficienza” sia davvero sufficientemente buono. Smettetela di giocare e andate avanti a produrre musica !

Kim LAJOIE


Pochi e chiari concetti che mostrano gli errori più comuni nell’uso, o meglio, abuso dell’equalizzazione.
Oltre alla tecnica specifica, Kim Lajoie sottintende una filosofia e un metodo complessivo di mix che si basa prima di tutto sull’analisi serena del suono originario, prima di buttarsi a capofitto su qualsiasi strumento di modifica. Kim diventa quasi severo nell’incitare alla razionalizzazione del proprio setup, nell’ottica di farvi impiegare la maggior parte del tempo a produrre musica, non a giochicchiare con mille prove in maniera inconcludente.
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